ll TAR del Lazio boccia di nuovo il governo sulla cannabis light, confermando la sospensione del decreto del ministero della Salute che inseriva le composizioni orali contenenti CBD nell’elenco delle sostanze stupefacenti. La decisione è arrivata oggi, 23 ottobre, con una nuova e definitiva ordinanza.
Il TAR ha ritenuto che “nella piena condivisione di quanto già statuito, sussistano i presupposti per l’accoglimento della proposta istanza cautelare”, confermando la prossima udienza del 16 dicembre 2024 per la definizione nel merito di tutti i ricorsi proposti.
Già lo scorso settembre il Tar aveva stoppato, in modo provvisorio, il decreto del ministero della Salute del 27 giugno, che inseriva le composizioni orali al CBD nella tabella dei medicinali con sostanze psicotrope o stupefacenti. Il delirio ministeriale implicava che per acquistare questo tipo di prodotti (finora venduti legalmente nei canapa shop) sarebbe stata necessaria la presentazione di una ricetta previa consulenza medica e che la vendita sarebbe stata consentita solamente alle farmacie.
L’obiettivo vergognoso del governo era distruggere un intero settore che va dall’abbigliamento all’edilizia. Una filiera canapicola in forte crescita, formata da migliaia di lavoratori, perlopiù under 30.
In definitiva la decisione del TAR stabilisce che la vendita di prodotti contenenti CBD (Cannabidiolo), non avendo effetti psicotropi, NON può essere limitato alle sole farmacie o aziende ospedaliere.
Anche se ancora una volta è servita la sentenza di un Tribunale per ribadire evidenze scientifiche IL CBD NON E’ UNA DROGA E NON LO SARA’ MAI !!! Battaglia dopo battaglia la guerra ideologica portata avanti dal governo subisce un altra umiliante battuta d’arresto.
Questa sentenza si aggiunge a molte altre, nazionali ed europee, che stabiliscono la sicurezza del CBD; nonostante ciò, proprio in questi giorni, si sta discutendo in commissione del Senato l’emendamento al disegno di legge sulla sicurezza che vieterebbe le infiorescenze di Canapa Industriale su tutto il territorio nazionale ignorando le sentenze di cui sopra.
Fortunatamente, in un paese civile, la magistratura è separata dall’esecutivo di governo e quindi fare decreti legge o disegni di legge senza tenere conto del diritto nazionale e comunitario NON si può.
Se il governo è sordo alle grida disperate di migliaia di lavoratori sarà la giustizia a prendersene cura garantendo l’applicazione dei trattati europei e difendendo i lavoratori del comparto Italiano della canapa industriale.